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Channel: Seriangolo - L'angolo delle serie-tv di qualità » Spartacus: Blood and Sand
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Spartacus – Some Legends Are Written In Blood

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spartacus_01“Seriangolo, ma davvero davvero? Tra tutte le serie che ci sono, proprio Spartacus adesso dovevi venirci a consigliare?” Ebbene sì, e non solo ve ne raccomandiamo caldamente un immediato recupero, ma vi spieghiamo anche il perché.

Seriofili di mezzo mondo che cercate di coprire ore della giornata rimaste vergognosamente orfane di tv, spettatori insoddisfatti dalle novità di questo autunno, appassionati poco stimolati dal recupero di altre serie “tanto, dopo Breaking Bad, il resto che senso ha?“, è soprattutto a voi che ci rivolgiamo!

spartacus.vengeance_.s03e01_.720p_.webrip_.x264-xs21-19-22_Volete scaldare questo inverno ormai alle porte? Volete prendervi una pausa da serie intellettual-impegnate e ricordavi che al mondo esiste qualcosa chiamata “fucking epicness“? Abbiamo l’uomo giusto che fa per voi e il suo nome è Spartacus. Andata in onda dal 2010 al 2013 sul canale Starz, la trilogia sull’eroe trace che sfidò un impero ha appassionato chiunque ci si sia avvicinato, e allontanato fin dalla prima ora coloro che ne hanno immediatamente scorto l’aspetto trash e gratuitamente truculento – elemento che, a scanso di equivoci, lo diciamo subito, c’è, eccome se c’è. Ma cosa differenzia allora questa serie da altri prodotti che volgarmente etichetteremmo come “trashate” tanto da DOVER essere vista?

spartacus_3La risposta principale è la mente che sta dietro a tutto, quel Steven K. DeKnight cresciuto nell’entourage di Buffy e Dollhouse e che alla sua prima esperienza da showrunner ha voluto creare un prodotto sì di puro intrattenimento, ma che fosse anche veicolo di riflessioni non banali su temi come libertà, uguaglianza, vendetta e potere. Volendo nelle intenzioni mescolare 300, Il Gladiatore e Braveheart in unico prodotto, l’autore ha dato vita ad un pastiche dove tutto, tra sangue, sfondi, sesso, fisicità è portato all’esasperazione, col risultato finale di un’epica pulp incentrata sul percorso di un eroe leggendario, in perenne conflitto tra la sua personale sete di vendetta e la causa universale per il quale il destino lo ha scelto, e che lo ha costretto a caricarsi su di sé il peso di un esercito di schiavi in lotta contro la loro condizione.

spartacus_4Un’altra caratteristica che di sicuro ha aiutato la serie nei suoi successi è l’onestà di fondo. Fin dall’inizio, lo show si presenta per quello che è e rimane coerente alle sue premesse fino alla fine, con la volontà di divertire (e divertirsi), impressionando lo spettatore e scioccandolo con sempre nuovi twist ed esagerazioni. In seguito ad un pilot tutto fuoché buono, in cui lo showrunner sembra volere un po’ troppo cercare di accaparrarsi il pubblico che ha amato 300, la serie inizia infatti a crescere fino a distaccarsi dai suoi evidenti richiami e imparando a camminare con le sue gambe: questo, in particolare, grazie ad una solida struttura narrativa che ha poco da invidiare ai grandi della tv, per l’abilità soprattutto di intrecciare le varie storyline in risoluzioni sorprendenti e di comporre un quadro che si rivela alla fine gestito efficacemente in ogni suo particolare.

spartacus_5Lo dimostra più di tutti il primo capitolo della trilogia, Blood and Sand, un dramma tanto teatrale nel suo avere come setting principale il ludus dove vengono addestrati i gladiatori, quanto shakesperiano in alcuni suoi twist tragici e nella sanguinosa catarsi finale. Vengeance, il secondo atto (e forse quello un po’ meno riuscito) paga invece non solo la difficoltà della serie di venire fuori da alcune sventure, come la morte del protagonista Andy Withfield (malato di cancro) e il re-casting di alcuni ruoli come quello importante di Naevia, ma anche la scelta di tentare di seguire gli avvenimenti storici invece di giocarci sopra come fatto nella precedente brillante stagione. Il tutto viene però recuperato da un entusiasmante capitolo conclusivo, War of the Damned, in cui, ormai con grande consapevolezza dei propri mezzi, gli autori riescono a raggiungere l’equilibrio in ogni particolare, in una cavalcata finale dal raro coinvolgimento emotivo.

spartacus_6Nel mentre, c’è poi la miniserie prequel, Gods of The Arena, creata dal nulla per rimandare la seconda stagione di un anno e permettere così a Andy Withfield di curarsi (ma le cose, come è tristemente noto, sono poi andate in maniera diversa). Nonostante questo prequel sia stato concepito in fretta e furia a partire da alcuni flashback che dovevano essere mostrati nella stagione successiva per introdurre il personaggio di Gannicus, per molti rimane il capolavoro indiscusso della serie, in cui lo stile raggiunge livelli di potenza visiva impensabili, e in cui azione, sesso e sangue sono portati a livelli di follia ancora sconosciuti al piccolo schermo. Questa breve incursione nel passato, inoltre, non solo ci racconta il personaggio, poi cruciale, di Gannicus, ma anche la nascita di un altro eroe come Crixus (uno dei personaggi più amati), e soprattutto getta una luce ancora più profonda sui personaggi di Batiato (John Hannah) e Lucretia (un’eccezionale Lucy Lawless), ovvero i due migliori villain che lo show abbia offerto.

spartacus_7La chiave del successo di Spartacus sta indubbiamente nella capacità di non prendersi mai troppo sul serio, volendo raccontare con personaggi dall’immediata empatizzazione temi universali in grado di scuotere ogni spettatore, in maniera personalissima e al di fuori di ogni regola e limite. Del resto, Spartacus è un racconto sulla libertà, non solo dalla schiavitù, ma da tutte le regole e da tutte le distinzioni: non è un caso che nell’esercito ribelle alberghino non solo schavi, ma donne e omosessuali, che contrappongono la loro genuina e istintiva libertà di espressione del proprio corpo al libertinismo malato e perverso della società romana schiavista e gerarchica. In questo sta la forza prorompente di questo show, il suo essere operazione artistica ancor prima di puri divertissment, un unicum nel suo genere che gioca con la Storia e la trascende avvicinandola maggiormente ai territori del fantasy, del mito e dell’epica.

spartacus_8Lo showrunner Steven K. DeNight ha così parlato del suo show: “Quello che alcuni non riescono a capire e che i fan dello show hanno invece afferrato pienamente è che noi sappiamo che questo dramma così violento è anche profondamento umano. Sappiamo che questo linguaggio così profano, volgare e barocco è anche poetico. Sappiamo che la violenza e le nudità sono lì per ragioni specifiche, ma sappiamo soprattutto che questa saga di sesso, spade e combattimenti ha in realtà qualcosa da dire sulla libertà, l’oppressione e l’uguaglianza.
Vi invitiamo anche noi dunque ad andare oltre i più che legittimi pregiudizi iniziali e a immergervi lentamente nella visceralità di questo mondo da cui non riuscirete più ad uscire, se non al grido di:

I – AM – SPARTACUS!


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